Dichiarazione di voto sula questione di fiducia
Data: 
Venerdì, 20 Dicembre, 2024
Nome: 
Ubaldo Pagano

A.C. 2112​-bis-A

Signor Presidente, onorevoli colleghi, esimio Ministro dell'Economia, anche oggi su questa legge di bilancio vi tocca votare la fiducia. Se questo istituto non si fosse trasformato ormai in un puro esercizio di stile, davvero chiedervi se vi fidate ancora l'uno dell'altro sarebbe la domanda principale. Ciò che abbiamo visto succedere in Commissione nell'ultima settimana è talmente imbarazzante che la 76a fiducia dall'inizio della legislatura è evidentemente l'ultimo dei nostri problemi.

Siete la prima maggioranza della storia che si fa auto-ostruzionismo, cioè ostruzionismo da sola, e d'altronde l'epilogo delle tristi accuse del presidente Bignami - e dico “tristi” per non citare le ormai autocelebrative dichiarazioni di un capogruppo completamente assente durante tutto il dibattito sulla legge di bilancio - sono l'ultimo episodio stucchevole di una maggioranza ormai totalmente a pezzi.

Questa manovra è un ritorno al passato in tutti i sensi. Siamo alla terza legge di bilancio del Governo Meloni e le uniche misure utili ancora vigenti sono quelle che avete ereditato dal Governo precedente. Per il resto, in questo testo torna in voga l'austerità per tutti, le mancette elettorali, il ponte sullo Stretto, il Sud al guinzaglio del potente di turno, ma, alla fine, non vi si potrà sicuramente accusare di incoerenza, perché anche la crescita, come 15 anni fa, in cui eravate chiamati alla responsabilità del Governo, sta tornando ai livelli che vi si confà, cioè lo zero virgola.

Siamo partiti dalle dichiarazioni del Ministro Giorgetti, che parlava di sacrificio per tutti, poi abbiamo scoperto che la tassa sugli extraprofitti era solo un prestito chiesto alle banche e che i sacrifici c'erano, sì, ma per tutti gli altri, Ministri esclusi, ovviamente. Ve la prendete con i più deboli, perché l'unico vero talento che avete è per le vessazioni. Tagli a tutto spiano: 14 miliardi tolti ai Ministeri e più di 12 strappati a regioni ed enti locali. La Presidente del Consiglio, Meloni, ha detto che apprezza Milei, ma che non replicherebbe ciò che sta facendo in Argentina qui in Italia. Vi vogliamo dare una notizia: non siamo noi a doverci ispirare a Milei, semmai è Milei che già si sta ispirando al Governo Meloni, con o senza basette.

Il punto non è far quadrare semplicemente i conti, ma a chi fai pagare il conto, e voi avete deciso, con pervicacia, di farlo pagare ai più poveri, ai pensionati, ai dipendenti, su tutti quanti. Vedete, quelle risorse servono per i servizi pubblici, che in questo Paese proviamo a garantire a fatica ai nostri cittadini. Quei soldi sono l'unico modo che migliaia di comuni hanno per mettere in piedi una minima forma di assistenza sociale, per rifare una strada, per garantire la sicurezza, per raccogliere i rifiuti, per riparare il tetto della scuola che cade sulle teste dei nostri figli, ma per voi sono sprechi. Aiutare gli ultimi è uno spreco di risorse pubbliche.

Per essere sicuri che i più vulnerabili siano davvero abbandonati a sé stessi, avete voluto uccidere anche il terzo settore, cioè tutte quelle realtà che si mettono quotidianamente al servizio delle comunità, che, nell'ambito della sussidiarietà verticale, fanno arrivare allo Stato laddove non riesce ad arrivare. Sì, perché vi siete accaniti sulle donazioni e avete steso la scure della spending review anche su queste associazioni. Insomma, se di manovra si tratta, deve per forza essere una retromarcia, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle persone, a partire dalla scuola: tagli per centinaia di milioni, per un sistema di istruzione che avrebbe bisogno, invece, dell'esatto contrario; quasi 6.000 insegnanti in meno, in un mondo fatto di sacrifici e precariato. Insomma, se - come diceva Malcolm X - la scuola è il passaporto per il futuro, voi state relegando i nostri giovani a un presente privo di qualsiasi speranza.

Sempre a proposito di diritti, ce n'è uno - o forse è meglio dire ce ne era uno - che proprio non riuscite a tollerare: è quello della universalità delle cure sanitarie. Sì, perché la sanità pubblica la state lentamente facendo morire sotto la vostra guida, e, mentre là fuori ci sono più di 4 milioni e mezzo di italiani che hanno rinunciato a un esame, a una visita, a una prestazione sanitaria, qui dentro la destra patriottica e sovranista decide che pochi spiccioli in più possono bastare per risolvere il problema. Alla fine è più importante bruciare 800 milioni di euro per la farsa in Albania che assumere 6.000 infermieri in più.

Infatti, secondo GIMBE, questi pericolosi comunisti, e le organizzazioni delle professioni sanitarie, per i prossimi cinque anni mancheranno 19 miliardi di euro alla sanità pubblica. Diciannove miliardi di euro, stampatevelo in testa. Non so, evidentemente, se dicono la verità. Io credo proprio di sì, ma magari, quando ci iscriveremo al corso di riti vudu, scopriremo che anche i medici italiani si stanno specializzando per farvi le macumbe. In tal caso ve lo faremo sapere con solerzia. I soldi per la sanità proprio non li avete trovati, ma 113 milioni per ripristinare la legge mancia alla fine sono saltati fuori. In questo testo ci sono decine e decine di micro-mance che anche solo la metà dovrebbe bastare a farvi vergognare. C'è davvero di tutto, l'unica cosa che manca è il rispetto per la dignità del popolo italiano. Ecco perché io non le citerò una ad una.

Diciamocelo, Presidente, con questo provvedimento guardate alle sofferenze dei cittadini solo per riderli in faccia. Le pensioni minime dovevano arrivare a 1.000 euro al mese, colleghi di Forza Italia, e le avete aumentate di 3 euro al mese, e lo dico al lordo. Per restare in linea di coerenza, avete avuto persino il tempo di una sforbiciata alle pensioni degli italiani all'estero. Amici della Lega, con questa manovra festeggiate il terzo anniversario della conferma della legge Fornero. Auguri! Ma non dovevate abolirla al primo Consiglio dei ministri?

Le infrastrutture del Mezzogiorno sono ferme all'Unità d'Italia. Poco male, tanto facciamo il ponte: 13 miliardi rubati a tutto il Sud per realizzare l'unico collegamento stabile di cui siete capaci, quello tra un fallimento e l'altro. In Italia un lavoratore su 10 è povero - e sottolineo: lavoratore, non nullafacente -, eppure il salario minimo non è una priorità, o quantomeno non può competere con le esigenze egalitarie dei membri del Governo non parlamentari.

Questa manovra non verrà ricordata soltanto per le manganellate al nostro welfare, ma anche per le nuove tasse che, alla luce del sole o con il favore delle tenebre, state imponendo agli italiani. Non se ne parla affatto, ad esempio, che dal 1° gennaio 17 milioni di italiani che hanno un'auto diesel scopriranno che il carburante costerà di più perché voi gli avete aumentato le accise, le stesse accise del famoso video di Giorgia Meloni che, purtroppo - e me ne scuso -, non ho la capacità di riprodurre con la mimica facciale; le stesse identiche accise che il Ministro Salvini avrebbe dovuto cancellare con un tratto di penna, sempre in quel famoso primo Consiglio dei ministri.

Allora comincia a venirci un dubbio, Presidente, il dubbio che questo primo Consiglio dei ministri non si sia mai tenuto. Evidentemente, siete partiti direttamente dal secondo. Non fa nulla, c'è sempre tempo, vogliamo continuare ad avere fiducia in voi, ma le fregature non finiscono qui, perché se non fosse stato per il ridicolo spettacolino di qualche settimana fa sarebbe passato sottotraccia anche l'aumento del canone Rai. Eccoli i sacrifici, signor Ministro: meno spesa pubblica e più tasse per tutti.

Perdonateci, poi, se ci stupiamo del fatto che, per il terzo anno di seguito, la legge di bilancio dell'ottava economia mondiale non si preoccupi affatto di crescita di politiche industriali, anzi, avete deciso che tutte le risorse sulla crescita, in realtà, sono sprechi; avete appena inneggiato allo spreco dei bonus edilizi e, per questo, li avete affossati; ma eravate proprio voi che quando avevate la responsabilità del Governo Draghi facevate le barricate per le proroghe, e oggi pregate alla fine di un settore che produce ricchezza per il Paese. E sempre a proposito di bonus la Presidente Meloni non aveva detto che erano il male assoluto? E allora cos'è il bonus sport? Cos'è il bonus elettrodomestici? Cos'è il bonus Natale? Cos'è il bonus natalità? Forse questi sono bonus patriottici? Un po' meno patriottico, invece, è il curiosissimo giochino per aumentare il valore di ANAS, un altro indizio che fa pensare alla privatizzazione di Ferrovie, un pezzo di Stato a cui, evidentemente, il sovranismo infrastrutturale di questa destra sente di poter rinunciare.

Presidente, concludo. Quale persona di buon senso può, dopo il circo che avete fatto in Commissione e il pasticcio che ne è venuto fuori, pensare di poter votare la fiducia a questo provvedimento? D'altronde, le scandalose ultime dichiarazioni della collega Lucaselli, relatrice di questo provvedimento, sul Presidente Mattarella fanno il paio con il modo con cui è stata gestita questa manovra. Non ci meraviglia vedere grossa parte della maggioranza dissociarsi e, parafrasando Henry Ford, potremmo dire che le due cose più importanti che non compaiono nel bilancio di uno Stato sono la sua reputazione e gli uomini e le donne a cui si rivolge. Bene, nel vostro caso, le vostre ridicole macchiette di questi giorni e l'assoluta assenza di considerazione per le persone che sono in difficoltà ci restituiscono un quadro profondamente negativo di questa manovra.

E proprio perché non vogliamo renderci complici nel dover dire che, a causa dei vostri tagli, la luce in fondo al tunnel è stata spenta, vi negheremo convintamente, come sempre, fino alla fine di questo incubo, la nostra fiducia.